Adulti e bambini: la trasmissione del saper fare nelle famiglie dei salinari

Maria Pia Alessi

Io ero bambina, andavo a portare da mangiare a mezzogiorno al nonno alle saline, che aveva le saline dove si va per andare alla Terme, dove cioè il casello oltre la Madonna del Pino ma nella valle delle saline… con strade sterrate e con gli zoccoli ai piedi, non c’erano le scarpe da tennis! E ho cominciato a lavorare… ero una bambina, una bambina, sui non so… quando portavo da mangiare ai nonni potevo avere otto, nove anni e facevo tutta quella strada… E in più andavo ad aiutare la nonna Giovannina dalla parte di mia mamma che aveva i bagni alla spiaggia, che allora si portavano su i mosconi, si mettevano giù le cabine, si portavano via le cabine per l’anno dopo e tutto quanto…

[…] E dopo mi sono affezionata, Il babbo mi faceva dare giù crosta come si diceva allora, si prendeva l’arnese e si andava a muovere l’acqua nei bacini perché altrimenti faceva la crosta e invece loro dovevano prendere il sole… e poi niente, se c’era da forare un buco lì vicino me lo faceva fare perché scorresse l’acqua, sì quelle lì erano cose da bambini…


Sergio Dallamora

Il primo lavoro di un bimbo, di un bambino era quello di legare, il genitore, la mamma legava una cordicella nel cariolo e il bambino praticamente tipo somarello tirava, tirava per quel poco che poteva tirare. Man mano che cresceva un altro lavoro era quello di rompere la crosta perchè quando sono in piena attività le saline, la vasca dove c’è il sale forma una crosta, la devi rompere perchè la crosta impedisce l’evaporazione e quello era il lavoro di un bambino. Man mano che crescevi cominciavi diciamo così a fare quei lavori di maggiore responsabilità finchè diventavi un salinaro, cioè un supplente salinaro che poteva sostituire un salinaro in caso di malattia o in caso di giorni di permesso e dovevi essere bravo perché alla fine se non avevi fatto come dovevi diceva “tuo padre non ti ha proprio insegnato niente”. Infatti il babbo prima di andare a casa, finito il suo lavoro in salina, veniva a vedere quello che avevi fatto, dice “però lì potevi fare un pò diversamente”… Comunque, imparavi il mestiere e l’abbiamo imparato.


Silvano Giunchi

Quando m’è toccato a me aver la salina mi han dato una salina attaccata a mio padre, attaccata proprio a lui, così mi insegnava lui mi diceva “fai questo, fai quest’altro”, “vai lì, vai là”, sempre così. Poi dopo ho imparato da solo e son stato anche bravo, molto bravo perchè…anzi ho avuto anche dei premi!

 

(I brani sono estratti  da interviste condotte da Maria Antonietta Alessandri)