Il sale sorvegliato: il racconto di Mario

Mario Fucci

Il nonno quando rientrava a casa dalla salina riempiva sempre un sacchetto di sale, e malet, che lo nascondeva o dentro la giacca o davanti all’interno dei pantaloni; lo nascondeva perché il sale era proibito portarlo via e poi lo nascondeva alle guardie che sostavano sempre all’uscita, al Casello del diavolo.

I controlli erano fatti saltuariamente, anche se ritengo che sapessero che ci fossero questi piccoli prelievi di sale. Il casello del nonno era il Casello del diavolo, che era una casupola che a piano terra vi erano due stanzette che venivano utilizzate dalle guardie, mentre al piano superiore, al primo piano vi era l’abitazione del custode che si chiamava Stella Antonio Pugnin. Ricordo le guardie sempre col fucile in spalla.

A proposito del sacchetto di sale mi è venuto in mente che quando il babbo aveva la salina per imitare il babbo ho chiesto alla mamma che mi facesse un sacchetto, un sacchettino di sale, perché anch’io volevo portare a casa il mio sale. Il giorno dopo infatti prima di venire a casa riempii il sale, il sacchetto di sale e me lo nascosi dentro i pantaloncini di tela corti, poi in bicicletta seguii il babbo all’uscita, all’uscita che per il babbo era il casello della Bova.

Solamente che man mano che mi avvicinavo al casello sentivo che il cuore mi batteva sempre più forte. Finalmente arriviamo al casello, il babbo passa le guardie, passa il casello, quindi io mi tranquillizzo, però mentre lo sto passando anch’io la guardia mi chiama, mi ferma e mi fa “so che rubi il sale e quindi adesso vieni con me in caserma”.

A quel punto mi sono messo a piangere, un pianto a dirotto, e seguii la guardia con il babbo in caserma. La caserma era un fabbricato… era l’unico fabbricato in mezzo alle saline, che si stagliava in mezzo alle saline, ma per me nella mia fantasia di bambino era un fabbricato pauroso, tetro, pieno di misteri come piena di misteri era anche la chiesetta che sorgeva lì, lì accanto. Si diceva che nelle notti di luna piena si vedessero i fantasmi e si udissero i loro lamenti. Arrivammo finalmente alla caserma, entrammo, mi sedetti, mi fecero sedere, poi la guardia e il babbo si allontanarono.

Ma con mia grande sorpresa ritornò subito la guardia con dei biscotti, dopo rientrò il babbo, aprì la sua borsa, tirò fuori tutto quello che era necessario per fare barba e capelli, perchè il babbo faceva nel tempo libero anche il barbiere. Allora capii che mi avevano fatto uno scherzo, uno scherzo di cattivo gusto, comunque io da quel giorno il sacchetto rimase sempre a casa e il sale per quanto mi riguardava è rimasto sempre in salina.

(I brani sono estratti  da interviste condotte da Maria Antonietta Alessandri)