Umani e non umani in salina: prelievo e consumo

Adele Strada

Ma in salina c’erano anche i cucci, li chiamavano i cucci, dove facevano, dove stavano il cacciatore, come si chiamano… e cocc, non so… e lì andavano i cacciatori, Libero era cacciatore, e portavano a casa parecchie… quando c’era il passaggio, quante folaghe, molte folaghe c’erano.[…] E quando hai pulito bene la folaga tu la fai bollire nell’acqua lì con tutti i suoi odori, togli la folaga e ci metti giù il riso e poi ci tiri, tiri il riso dentro.


Fabio Daissè

Si mangiava la folaga, si mangiavano le anguille, erano un’integrazione al piatto di pasta canonico insomma importante, non era così scontato, la bistecca non era così scontato mangiarla eh, neanche l’hamburger.

[…] Non si poteva però tutti i salinai per esempio avevano le fascine per pescare le anguille. Erano fascine fatte di tralci di vite che gettavamo nei canali e durante la notte le anguille trovavano riparo in mezzo a queste fascine per nidificare o altro non saprei, e poi il giorno dopo le recuperavi e portavi a casa le anguille da mangiare. Si cacciava con la fiocina, anche quello un po’ di nascosto perché non si poteva, ma una fiocina nella capanna del salinaio trovava sempre posto e quando capitava qualche bel cefalo gli si faceva la caccia.


Adele Strada

Poi si andava a raccogliere proprio anche l’erba da cucinare, i radicchi […], l’erba da cucinare… c’era un erba che era buonissima! La vendono, adesso la fanno ma non era come quella. […] Erano come fagiolini, anche più buoni dei fagiolini.

[…] Barbe di Frate capito, si chiamano. Ci saranno ancora? Non lo so, può darsi. Perchè se si conoscono quelli delle piante…


Mario Fucci

In inverno qualche volta accompagnavo il nonno in salina a pescare le anguille, le anguille con la fiocina. E mi aveva insegnato che quando nel fondo, nel fondale del canale o della vasca vi erano due piccoli buchi distanti 20 – 25 cm l’uno dall’altro, lì c’era l’anguilla, e per prenderla bisognava fiocinare in mezzo e l’anguilla si prendeva, quando c’era. Oppure lo accompagnavo anche a raccogliere le cappe, al capi, le cappe e con un retino, sempre in salina, con un retino, un retino in ferro con il quale si setacciava il fondo di questi, di queste vasche. E penso che oramai questi molluschi ormai non ci siamo più in salina. Comunque a me piacevano molto mangiarli crudi, li aprivo sulla piastra calda della stufa economica.

[…] In primavera poi accompagnavo la mamma a raccogliere i lischi, le erbe in salina, le erbe di salina da mangiare, da cucinare, da mangiare. Apprezzavo in quel periodo molto i lischi perché avevano un sapore, un sapore molto intenso di sale; li gradivo, mi ricordo che li gradivo molto. Adesso sicuramente non li gradirei più come allora, anche per il modo di mangiare, quindi meno salato meno saporito.


Fabio Daissè

Ricordo quando si mollavano – così si diceva – le acque di grado, che erano delle grosse vasche dove si pre-concentrava l’acqua, che poi veniva immessa nelle saline stesse. Alle fine della stagione l’eccedenza di queste acque venivano reimmesse nei canali di scolo e questo causava per una settimana 10 giorni una moria di pesce, essenzialmente anguille e cefali, per cui veniva data alla cittadinanza tutta il permesso di andarli a pescare. Questo pesce agonizzava una settimana 10 giorni, ma le anguille erano particolarmente tenaci, a pelo dell’acqua; per cui si poteva andare con un retino col manico a raccoglierlo a piacimento perché tanto sarebbe stato destinato a morire. Ed era un lavoro che naturalmente veniva destinato ai familiari: ricordo mio fratello che aveva sei anni più di me che guidava il motorino e io che stavo lì sul pezzo, poi una volta riempita la mastella mio fratello tornava a casa, li dava a mia madre che li puliva, li friggeva, poi li facevamo marinati che era il companatico per l’inverno; era una grande scorta di proteine che andava avanti per tutto l’inverno. Questo qui era legato appunto al ciclo delle acque. Questo qui avveniva a fine stagione.

(I brani sono estratti  da interviste condotte da Maria Antonietta Alessandri)